Nell’ambito del post-industrial, versante esoterico, non solo italico, i primi due lavori di Capricorni Pneumatici hanno notevole rilevanza. Le cassette erano complementari, uscirono entrambe nell’87 per la propria 666, e ospitavano le sessioni che il duo milanese aveva esperito all’interno di un luogo sotterraneo chiamato The Cave, in due giorni della metà di giugno dell’anno prima. “Capricorni Pneumatici” aveva beneficiato di una ristampa, in vinile, a cura di Tesco, finalmente anche il materiale della seconda K7, con un corposo bonus di quattro pezzi, oltre venti minuti, che risalgono alle stesse giornate, torna disponibile attraverso Eighth Tower e Luce Sia.
Il titolo, “Al-Azif”, fa riferimento al nome ‘originario’ del ‘Necronomicon’, il manoscritto frutto della fantasia di Lovecraft, il cui immaginario autore era Abdul Alhazred, cui è dedicata la raccolta. Nella ‘cava’ c’erano grandi cisterne di cemento vetrificato che contribuirono a rendere peculiarmente cupi i suoni generati dalla strumentazione a disposizione della sigla, ovvero tubi in PVC e corrugati, compressori, martelli, metalli, per veri e propri cerimoniali registrati direttamente su un registratore a due tracce senza alcun intervento successivo.
Di elevato spessore i brani che si distendono su durate considerevoli, più funzionali alla pratica rituale, dalla rugginosa A-Phyi I alla tetra ambient di Urem Temon, con lenti battiti che conducono in misterici anfratti, sino all’inedita Cavità IX, tra tonfi, rumore, battiti e occulte presenze. Evidente l’impronta di Z’EV in Cavità IV e VII, vibrante Pneumocorrugato, orientata anche verso le esperienze di Test Dept. e Neubauten.
(Paolo Bertoni)