Valerio D’onofrio reviews The Erivar

Dopo un breve periodo di grande attività tra il 1987 e il 1991, i Capricorni Pneumatici tornano nel 2016 col nuovo “The Erivar” mostrando un’inquietante capacità visionaria non dissimile dagli esordi, una tessitura industrial spesso macabra (“Inside Mother”) e reiterata (“You Are Four And Magic”), venti elettronici dalle venature horror (“Ohyf”), oscuri paesaggi dark-ambient (“The Erivar”) fino a giungere al fondo dell’abisso nei due brani finali – “Ord Traditori” e “Cyngus Olor” – sorta di invocazioni demoniache, registrazioni di veri sabba di streghe nel preludio di un evento sacrificale. I Capricorni Pneumatici con “The Erivar” proseguono la loro avventura mostrando …

Nicola Catalano on Al-Azif, Ix-Tab and Whitchcraft

“…Naturalmente la musica presentata nei tre lavori in questione e’ decisamente funzionale alla pratica rituale, anche se il valore puramente estetico-sonoro, magari incidentalmente, non ne risente piu’ di tanto: geometrie minimali, semplici ed insistenti, la trama armonica e’ sfumata, ridotta all’osso, la rarefazione impercettibile, risonanze e vibrazioni agiscono come in un gioco di specchi, il flusso del suono e’ aperto, una ferita che non si rimargina….” Nicola Catalano – Urlo n.30 – 1990 — Recensione di Zos-Kia 2, Ix-Tab, Witchcraft

Vittore Baroni on Ix-Tab

“…varie cassette degli stessi C.P., tra cui l’ottima “Ix-Tab” (c60) che ricorda il classico “BlackMass” di Lucifer (LP di musica occulta/sintetica del 1971) rivisto e corretto alla luce di Coil e Current 93…” Vittore Baroni, Rockerilla n. 95/96 -1988

Alan Freeman on Vala or the Four Zoas

The Italians are great at creating surreal ambient music and Capricorni Pneumatici stands proudly alongside the likes of Riccardo Sinigaglia, Pierluigi Castellano, Luciano Dari, Arturo Stalteri, et al, yet with a more oblique mysterious stance. Predominantly ring modulated synthetic/percussive sounds, tape loops and location recordings, it’s an excellent tape containing just four long meandering dreamscapes that ebb, flow, scuttle around strangely on occasions, and really never break out beyond the ambient level or gaining any melodic structure. It sits there painting sonic pictures before you, strange, surreal and hypnotic. Alan Freeman – Audion issue#27, Winter 1994